Il teschio forato fa parte, dei circa 600 resti umani (altri sono
conservati a Napoli) su un totale di circa 800, che durante il sacco della
città del 1480 per mano dei Turchi, vennero decapitati perché non vollero
rinnegare la fede cristiana. Gli Ottocento sono stati riconosciuti Martiri
della fede, venendo beatificati nel 1771 e poi canonizzati da Papa Francesco a
Roma il 12 maggio 2013.
Il teschio, che si trova nell’armadio centrale dell’omonima
cappella dei Martiri, nella navata laterale della Basilica Cattedrale di
Otranto, attirava curiosi sia per i sedici fori circolari sia per la sua
particolare collocazione: mentre, infatti, gli altri teschi sono posizionati
con la parte frontale al vetro, quest’ultimo è girato dalla parte del cranio.
Uno studio, pubblicato su una rivista scientifica americana
(Journal of Ethnopharmacology) è stato compiuto attraverso l’uso di macchinari
ad alta precisione e rilievi fotografici dall’equipe, poiché il cranio non
poteva essere rimosso dall’interno della grande teca. I ricercatori hanno
notato come i buchi avessero tutti una forma regolare, tondeggiante: otto sono
risultati perforazioni complete, che hanno coinvolto l’osso in tutta il suo
spessore e producendo un buco a forma conica e tonda.
In realtà di “mistero” non si tratta ma di una curiosità
storico-scientifica, a cui ha dato una risposta lo studio condotto da alcuni
ricercatori dell’Università di Pisa, guidati dal professore ordinario di
medicina e paleopatologia Gino Fornaciari. Secondo l’analisi dell’equipe, alla
base della particolare foratura e della trapanazione multipla del cranio in
questione ci sarebbe il prelievo di polvere ossea dal teschio per uso a scopo
terapeutico.
Era computata, infatti, secondo diverse fonti, questa usanza
come rimedio utilizzato in medicina fino al XVIII secolo, quando venne
definitivamente superato dalle nuove scoperte: nello specifico, dal cranio
veniva prelevato questa polvere, utilizzata come ingrediente per un infuso
utile a curare o guarire malattie come l’epilessia, l’ictus o paralisi.
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