Il 13 agosto
di ogni anno, Otranto ricorda con una grande e suggestiva celebrazione i suoi
Eroi Martiri del 1480.
Il grande
significato di tale celebrazione è da ricercare nella storia, facendo
esattamente un salto indietro nel tempo alla prima metà del 1400, quando
Maometto II, uomo abile e crudele, iniziò un progetto volto alla realizzazione
di un grande Impero Ottomano.
Per il raggiungimento
di tale scopo era necessario conquistare nuovi territori e tra le mire
espansionistiche di Maometto II finì anche la provincia di Otranto, contro la
quale furono adunate gruppi di militari lungo la costa albanese.
Nella città
salentina i regnanti iniziarono a nutrire alcuni presentimenti circa
l’imminente minaccia turca e fu chiesto aiuto al Re Ferrante, il quale rispose
di non dubitare del popolo turco. Per sincerarsi inoltre di tali buone
intenzioni, il re fece inviare ad Otranto come protezione, cinquanta cavalieri
capeggiati dal Barone Francesco Zurlo e quattrocento fanti, guidati dai Baroni
Giovanni Tarantino e Antonio Delli Falconi.
Un
dispiegamento di forze del tutto irrisorio per la popolazione locale, composta
da circa 6.000 anime e formata essenzialmente da pescatori, agricoltori e
piccoli commercianti.
Come
tristemente previsto, il 27 luglio del 1480 l’Impero Ottomano approdò con
alcune delle proprie imbarcazioni nei pressi di Roca e l’esercito otrantino
uscì dalla città per affrontare i Turchi nei pressi dei Laghi Alimini, distanti
circa 35 km da Lecce.
La posizione
scelta fu strategica, poiché l’esercito ottomano, non conoscendo la zona e non
sapendo come muoversi, fu presto costretto a ritirarsi sulle proprie
imbarcazioni dopo una perdita considerevole di uomini.
La
popolazione situata al di fuori delle mura venne messa al sicuro all’interno
della città murata e furono inviate due lettere di aiuto da parte della
provincia di Otranto, una al Re Ferrante ed una all’arcivescovo Francesco De
Arenis, che purtroppo non servirono a nulla.
Gli
otrantini furono abbandonati a loro stessi e l’esercito turco iniziò ad
attaccare la città con una serie di cannonate, avvalendosi di 16.000 fanti,
diverse armi da fuoco e 50 imbarcazioni tra galee e galeotte. La popolazione
riuscì a resistere per 14 giorni e l’11 agosto del 1480 i turchi riuscirono ad
entrare nella città, incontrando una forte resistenza da parte dei cittadini.
La
popolazione infatti, armata degli attrezzi del proprio mestiere e forte di una
solida fede religiosa, si consegnò nelle mani del nemico affermando di voler
morire in onore della fede di Cristo e dopo un’ultima battaglia davanti alla
Cattedrale di Otranto, i Turchi riuscirono a travolgere anche l’ultimo barlume
di resistenza, facendo irruzione nel cuore civile e religioso della
popolazione.
All’interno
della cattedrale si consumò una delle carneficine più terribili, che andò a
colpire mortalmente anche l’arcivescovo Stefano, il clero e molti civili che
avevano trovato qui rifugio. I Turchi riuscirono ad impadronirsi della città:
tutti i maschi di età superiore ai 15 anni furono uccisi, mentre le donne e i
bambini ridotti in schiavitù.
Come
testimonianza del disprezzo dell’Impero Ottomano nei confronti della religione
cristiana, la cattedrale venne trasformata in stalla per cavalli e il giorno
seguente avvenne la più grande delle tragedie. Circa 800 sopravvissuti
all’eccidio dopo essersi rifiutati di
ripudiare la propria religione, furono condotti sul colle della Minerva e
decapitati su una pietra.
Gli unici a
scampare la morte furono i De Marco, i Memmo e altre poche famiglie, che nel
settembre dell’anno successivo poterono assistere alla liberazione di Otranto
per mano di Alfonso D’Aragona.
Da questa
triste pagina di storia sono stati poi riconosciuti ufficialmente i Martiri
della Chiesa, i cui resti si trovano in sette grandi teche in legno nella
Cappella dei Martiri ricavata nell’abside all’interno della Cattedrale di
Otranto. Mentre altri resti sono custoditi nel Duomo di Napoli.
Tra questi resti, fu trovato un teschio forato in più punti 16 per l'esattezza...nel prossimo post parleremo proprio di questo misterioso teschio....
Nessun commento:
Posta un commento