i miei teschi

mercoledì 22 giugno 2016

I teschi dei Martiri di Otranto


Il 13 agosto di ogni anno, Otranto ricorda con una grande e suggestiva celebrazione i suoi Eroi Martiri del 1480.

Il grande significato di tale celebrazione è da ricercare nella storia, facendo esattamente un salto indietro nel tempo alla prima metà del 1400, quando Maometto II, uomo abile e crudele, iniziò un progetto volto alla realizzazione di un grande Impero Ottomano.

Per il raggiungimento di tale scopo era necessario conquistare nuovi territori e tra le mire espansionistiche di Maometto II finì anche la provincia di Otranto, contro la quale furono adunate gruppi di militari lungo la costa albanese.

Nella città salentina i regnanti iniziarono a nutrire alcuni presentimenti circa l’imminente minaccia turca e fu chiesto aiuto al Re Ferrante, il quale rispose di non dubitare del popolo turco. Per sincerarsi inoltre di tali buone intenzioni, il re fece inviare ad Otranto come protezione, cinquanta cavalieri capeggiati dal Barone Francesco Zurlo e quattrocento fanti, guidati dai Baroni Giovanni Tarantino e Antonio Delli Falconi.

Un dispiegamento di forze del tutto irrisorio per la popolazione locale, composta da circa 6.000 anime e formata essenzialmente da pescatori, agricoltori e piccoli commercianti.

Come tristemente previsto, il 27 luglio del 1480 l’Impero Ottomano approdò con alcune delle proprie imbarcazioni nei pressi di Roca e l’esercito otrantino uscì dalla città per affrontare i Turchi nei pressi dei Laghi Alimini, distanti circa 35 km da Lecce.

La posizione scelta fu strategica, poiché l’esercito ottomano, non conoscendo la zona e non sapendo come muoversi, fu presto costretto a ritirarsi sulle proprie imbarcazioni dopo una perdita considerevole di uomini.

La popolazione situata al di fuori delle mura venne messa al sicuro all’interno della città murata e furono inviate due lettere di aiuto da parte della provincia di Otranto, una al Re Ferrante ed una all’arcivescovo Francesco De Arenis, che purtroppo non servirono a nulla.

Gli otrantini furono abbandonati a loro stessi e l’esercito turco iniziò ad attaccare la città con una serie di cannonate, avvalendosi di 16.000 fanti, diverse armi da fuoco e 50 imbarcazioni tra galee e galeotte. La popolazione riuscì a resistere per 14 giorni e l’11 agosto del 1480 i turchi riuscirono ad entrare nella città, incontrando una forte resistenza da parte dei cittadini.


La popolazione infatti, armata degli attrezzi del proprio mestiere e forte di una solida fede religiosa, si consegnò nelle mani del nemico affermando di voler morire in onore della fede di Cristo e dopo un’ultima battaglia davanti alla Cattedrale di Otranto, i Turchi riuscirono a travolgere anche l’ultimo barlume di resistenza, facendo irruzione nel cuore civile e religioso della popolazione.

All’interno della cattedrale si consumò una delle carneficine più terribili, che andò a colpire mortalmente anche l’arcivescovo Stefano, il clero e molti civili che avevano trovato qui rifugio. I Turchi riuscirono ad impadronirsi della città: tutti i maschi di età superiore ai 15 anni furono uccisi, mentre le donne e i bambini ridotti in schiavitù.

Come testimonianza del disprezzo dell’Impero Ottomano nei confronti della religione cristiana, la cattedrale venne trasformata in stalla per cavalli e il giorno seguente avvenne la più grande delle tragedie. Circa 800 sopravvissuti all’eccidio  dopo essersi rifiutati di ripudiare la propria religione, furono condotti sul colle della Minerva e decapitati su una pietra.


Gli unici a scampare la morte furono i De Marco, i Memmo e altre poche famiglie, che nel settembre dell’anno successivo poterono assistere alla liberazione di Otranto per mano di Alfonso D’Aragona.

Da questa triste pagina di storia sono stati poi riconosciuti ufficialmente i Martiri della Chiesa, i cui resti si trovano in sette grandi teche in legno nella Cappella dei Martiri ricavata nell’abside all’interno della Cattedrale di Otranto. Mentre altri resti sono custoditi nel Duomo di Napoli.


Tra questi resti, fu trovato un teschio forato in più punti 16 per l'esattezza...nel prossimo post parleremo proprio di questo misterioso teschio....

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