La dolicocefalia è la caratteristica morfologica
rappresentata da un indice cefalico inferiore a 75-76 tale che il cranio appare
allungato.
L'aggettivo "dolicocefalo" fu introdotto
dall'anatomista svedese Anders Retzius (1796-1860) a partire dai vocaboli greci
kephalé = testa, cranio e dolichos = allungato.
La dolicocefalia si riferisce anche a una deformazione del
cranio indotta.
Nelle antiche civiltà come quella azteca, maya e quella
egizia era diffusa la pratica di allungare i crani dei neonati con l'ausilio,
inizialmente, di fasciature dette "rituali", in seguito di vere e
proprie assi di legno che modificavano con la crescita le normali saldature
delle ossa del cranio rendendolo appunto allungato.
Si crede che tale usanza avesse il fine di aumentare le
capacità cerebrali del soggetto. Tuttavia la modifica delle ossa non è in grado
di indurre alcun aumento della capacità volumetrica. D'altronde non è stata
provata alcuna relazione tra la massa cerebrale e l'intelligenza.
È da mettere in evidenza la somiglianza che i crani
dolicocefali hanno con alcune statuine votive presumeriche. Questo potrebbe spiegare
la deformazione dei crani come la volontà di un avvicinamento anche somatico
con la divinità.
La dolicocefalia può essere però classificata anche come
anomalia genetica (malformazione umana di Smith), che potrebbe partire da un
processo detto craniosinostosi, comportante la fusione prematura di una o più
suture craniche.
Tutto questo per anticipare il prossimo post..
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